IL PRESEPE

per la festa del Natale di Gesù

Con il giorno dell’8 dicembre, la tradizione vuole che si cominci a preparare il presepe, che poi resterà per tutto il periodo delle feste di Natale, fino al 6 gennaio, giorno dell’Epifania, cioè della manifestazione di Gesù ai Magi che venivano da lontano.

E’ San Francesco che a Greccio, vicino ad Assisi, nel 1223 dà inizio alla tradizione del presepe; egli però rappresenta la nascita di Gesù con persone vere. Il presepe (o “presepio”) prende il nome dalla mangiatoia, dove si trovava il fieno per gli animali e dove venne deposto Gesù, che nacque in una stalla, a Betlemme, perché Maria e Giuseppe erano in viaggio e nessuno fece posto per lui nell’albergo. La mangiatoia, che diventa la culla di Gesù, è il centro del mondo e intorno a Gesù tutto il mondo si mette in movimento.

Ecco i personaggi, raffigurati dalle statuine e gli elementi caratteristici del presepe, secondo la tradizione popolare, presentati secondo i momenti della preparazione.

Il cielo e la terra. Nel presepe ci deve essere sia il cielo che la terra. Gesù viene dal cielo e scende a benedire la terra. Dio che sta nel cielo si fa amico dell’uomo che sta sulla terra. “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” così cantano gli angeli.

Il cielo può essere realizzato con una carta incollata al muro, con dipinto un paesaggio tipico della terra di Betlemme, illuminato dalla luce del giorno, ma è meglio un cielo notturno fatto con carta blu, con le stelle d’oro o d’argento o gialle. E’ di notte che nasce Gesù e di notte i pastori ascoltano la voce dell’angelo che li chiama. E’ meglio che il presepe sia collocato in un angolo della casa, così il cielo comprende due lati, quelli vicini al muro. La terra è realizzata con la carta marrone. Sassi o pezzi di legno possono rappresentare le montagne. Meglio non usare materiale di plastica: il legno, le pietre, la paglia e la carta danno più calore. Le montagne, se ci sono, è meglio che stiano ai bordi, così che al centro ci sia una valle, protetta dalle montagne, che diventa come una culla dove si trova tutta l’umanità che nasce di nuovo. E’ meglio, quindi, che il presepe non sia collocato troppo in alto, perché lo si deve guardare da sopra, come quando ci si china da sopra a guardare la culla di un bambino. Del muschio può essere usato come erba.

La capanna o la grotta. Al centro della scena, dove cielo e terra si incontrano si mette la capanna, oppure si costruisce la grotta scavata dentro una montagna (se il presepe è posto in un angolo, va nell’angolo). E’ comunque una stalla dove alloggiavano gli animali e quindi vi si trova della paglia, del fieno e attrezzi per il lavoro nei campi.

La sacra famiglia. Dentro la capanna ci deve essere il posto per Gesù bambino, con accanto Maria sua madre e Giuseppe, lo sposo di Maria: sono “la sacra famiglia”. Gesù è posto nella mangiatoia e Maria e Giuseppe lo guardano ammirati. Gesù bambino lo si può deporre nella “culla” la sera prima di Natale, ma va bene metterlo anche subito. Maria ha di solito un velo blu come il cielo, perché è stata ricoperta dalla benedizione di Dio e un vestito rosso come l’amore. Giuseppe è di solito vestito di marrone, come il colore della terra: perché lui farà da padre a Gesù su questa terra. Egli ha un bastone, come quello che si usa per viaggiare: infatti è arrivato a Betlemme da Nazaret dove abitava e faceva il falegname e poi dovrà guidare la famiglia in Egitto per sfuggire al re Erode che vuole uccidere Gesù, fino a quando potrà tornare a Nazaret dopo la morte di Erode.

Gli animali. Nella capanna ci devono essere l’asino e il bue. Sono gli animali che aiutavano i pastori e i contadini nel lavoro dei campi. Posti vicini alla mangiatoia danno calore a Gesù. Ci sono poi le pecorelle da mettere vicino a Gesù, ma anche lungo le strade, da ogni parte, in cammino verso Gesù che dirà di se stesso: “Io sono il buon pastore”. Tutte le creature fanno festa per Gesù bambino. Le oche, i maiali, le galline, i cammelli… anche loro fanno festa. Non ci sono i cavalli, che anche loro sono benedetti da Dio, ma in quel tempo erano le cavalcature dei potenti che si usavano per andare in guerra: nel presepe, invece, si celebra la nascita di un figlio in una famiglia povera, del figlio di Dio venuto a portare la pace.

Le strade e le piante. Nel piano sulla terra sono disegnate le strade. Si possono tracciare con dei sassolini, con la segatura o con qualcosa di simile. Tutte vanno verso la capanna di Gesù, perché tutte le strade portano a Dio, purché si vada nella direzione giusta.

Qualche pianta è importante: meglio la pianta di palma, che è la pianta della terra santa. Gli alberi salgono verso il cielo, come le preghiere salgono dalla terra verso Dio. Si può fare in casa anche l’albero di Natale, un abete, albero sempre verde anche in inverno. Sotto gli alberi l’uomo raccoglie i frutti come un dono che scende da Dio e infatti è lì che si mettono i regali di Natale.

L’acqua, il fuoco e la neve. Un laghetto fatto di carta stagnola o con uno specchio è molto importante, perché l’acqua è segno che c’è la vita. A volte ci può essere un ruscello che sgorga dal monte e scorre fino al laghetto. Così anche il fuoco è segno di vita perché dà calore e illumina la notte. Il fuoco può essere fatto con qualche legnetto, posto sopra della carta rossa (quando si può è ottima una lucina rossa). La neve è come l’acqua è segno di vita; è scesa dal cielo, come la benedizione di Dio che viene a fecondare la terra; è bianca, senza macchia e viene a rendere pura la terra in quella notte; scende silenziosa e rende silenziosa e attenta la terra per ascoltare il canto degli angeli. La neve si può fare con un po’ di fiocchi di cotone e anche con della farina bianca spolverata sul terreno.

Le case. Da qualche parte una casa è bello che ci sia, piccola, anche più piccola delle statuine. Gesù viene e trova casa tra le nostre case. A volte si può mettere nel presepio il castello di Erode: è segno delle minacce che incombono su Gesù bambino. E’ bene, però, che sia in un punto lontano dalla capanna, magari un po’ nascosto, oppure può essere disegnato sullo sfondo del cielo, ma sempre un po’ in disparte perché in questo momento lui sta pensando ad altro e noi abbiamo il diritto di gioire per la nascita di Gesù, perché, comunque, la gioia per Dio che è con noi, è più forte della preoccupazione per l’uomo che ha paura di Dio e vuole fare paura agli uomini.

L’angelo. Sopra la capanna o vicino ad essa, o in alto nel cielo ci deve essere, se possibile, l’angelo o anche degli angeli. Se non ci sono si può mettere una scritta con le parole del loro canto (Gloria. Alleluja. Osanna).

Le statuine dei personaggi. I pastori che erano svegli di notte sono i primi ad arrivare; qualcuno è inginocchiato vicino a Gesù; qualcuno è in piedi in cammino; uno porta una pecorella sulle spalle; un altro suona la zampogna. Poi ci sono le donne che portano del pane, dei pesci, una brocca d’acqua. Tutti vanno verso Gesù e per questo le statuine vanno girate tutte verso la capanna. Altri personaggi presenti sono: il pescatore, il panettiere, il fabbro e altri che lavorano e si alzano quando è ancora notte e tengono compagnia a Gesù. Dove c’è gente che lavora Gesù si trova bene: anche lui fino a trenta anni farà il falegname.

I Re Magi e la stella cometa. Tra i personaggi un posto speciale lo hanno i Re Magi, che vengono dal lontano oriente, seguono la stella cometa e così arrivano a Gerusalemme, dove sentono parlare di Gesù; allora anche loro vanno a trovarlo e gli portano in dono oro, incenso e mirra. Hanno la corona e secondo la tradizione sono tre: Gaspare (giovane o senza barba), Melchiorre (con la barba bianca) e Baldassarre (con la pelle scura): rappresentano tutti i popoli della terra. I Magi si mettono nel presepe, lontani da Gesù, perché arrivano per ultimi e poi si spostano sempre più vicini dopo Natale; la sera prima dell’Epifania si mettono vicini a Gesù. Possono avere dei cammelli. La stella cometa, anche prima dell’Epifania, si può porre sulla capanna o si può appendere in alto sopra il presepio o può essere incollata al cielo, come le altre stelle, ma un po’ più grande e con la coda.

Le luci. Le luci sono importanti. Si possono mettere lucine fisse o intermittenti. Una luce va posta senz’altro nella grotta o capanna: dove c’è Gesù c’è la luce. Poi dove c’è una casetta va posta una luce, perché in ogni casa dove ci sono bambini che nascono e persone che si vogliono bene è presente la luce di Gesù. E poi si possono mettere in diversi luoghi o attorno alla terra per fare da cornice. Quando non è possibile avere luci vere si possono fare luci finte: utilizzando fili argentati o dorati o facendo, per esempio, dei fuochi con la fiamma fatta di carta rossa.

CANTI NATALIZI

Venite, fedeli, l’angelo ci invita: / venite, venite a Betlemme.
[Rit.] Nasce per noi Cristo Salvatore.
Venite adoriamo, venite adoriamo, / venite adoriamo il Signore Gesù.

La luce del mondo brilla in una grotta,/ la fede ci guida a Betlemme. [Rit.]
La notte risplende, tutto il mondo attende, / seguiamo i pastori a Betlemme. [Rit.]
Il Figlio di Dio, re dell’universo, / si è fatto bambino a Betlemme. [Rit.]
«Sia gloria nei cieli, pace sulla terra» / un angelo annuncia a Betlemme. [Rit.]

Tu scendi dalle stelle, o re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo, / e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O bambino, mio divino, / io ti vedo qui a tremar,
o Dio beato! / Ah, quanto ti costò l’avermi amato! / Ah, quanto ti costò l’avermi amato!

A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore / mancano panni e fuoco, o mio Signore
Caro eletto pargoletto, / quanto questa povertà più m’innamora,
giacché ti fece amor povero ancora, / giacché ti fece amor povero ancora.